La Scuola Genovese Sistemica utilizza un’epistemologia e un approccio sistemico-relazionale costruttivista che hanno trovato una specifica rielaborazione mirata alle tematiche di Terapia, Mediazione e Counselling, costruita dalle esperienze professionali dei didatti e tradotta in tecniche utilizzabili.
Il metodo di insegnamento privilegia la partecipazione attiva da parte degli allievi, il lavoro in piccoli gruppi con particolare attenzione alla sperimentazione diretta delle tecniche trasmesse, alle dinamiche di gruppo, al lavoro su di sé.
La Scuola Genovese Sistemica prevede l’osservazione dietro lo specchio unidirezionale delle sedute di Terapia, Mediazione e Counselling condotte dal docente, previa autorizzazione del singolo e delle famiglie.
Consente di sperimentare e affinare le competenze acquisite durante la formazione attraverso la supervisione diretta dei casi.
Il tirocinio permette di inserirsi con il supporto della supervisione in situazioni di lavoro sul territorio.
Nei corsi di Mediazione e Psicologia Giuridica viene insegnata ed approfondita anche la particolare metodologia ideata e sviluppata da Lia Mastropaolo che ha denominato: “INTERVENTO PER IL CAMBIAMENTO”
“Intervento per il cambiamento”: cos’è e come funziona
Nell’ambito della Consulenza Tecnica d’Ufficio, richiesta dal Giudice per coppie altamente conflittuali in separazione o divorzio che hanno già intrapreso un cammino di denunce e ricorsi in Tribunale, contendendosi i figli, si utilizza una specifica metodologia della Scuola Genovese che, pur accettando la marca di contesto, offre a tutte le parti in causa la possibilità di trasformare il lavoro peritale e diagnostico in un intervento che permette alle famiglie di elaborare i conflitti e ridefinire le relazioni. Nonostante i vincoli iniziali dell’ “invio coatto” (Mastropaolo L., “Ridefinire la coazione: terapeuta sistemico e tribunale” in Ecologia della Mente, n° 34, 1989) l’ “Intervento per il Cambiamento”, costruisce il consenso di tutti i sistemi coinvolti (Avvocati, Consulenti tecnici di parte) .
In una sorta di “patto con il diavolo”, anziché effettuare una diagnosi, si propone alla famiglia di utilizzare lo stesso spazio e tempo dato dal giudice, per affrontare le problematiche che hanno determinato il conflitto e superarlo.
Nella perizia restituita al Giudice, assieme alla risposta al quesito, vengono aggiunti gli Accordi definiti e sottoscritti personalmente dai genitori.
Sempre nell’ambito della Consulenza Tecnica d’Ufficio è possibile utilizzare “l’Intervento per il Cambiamento” in alcune situazioni di violenza familiare. Invece di restituire al Giudice una diagnosi si lavora con il maltrattante e la famiglia (sia con colloqui individuali che familiari) per superare la relazione patologica e le problematiche che hanno portato al maltrattamento, e permettere di riacquistare la capacità di genitore.
Qualora il progetto non fosse accettato o dovesse fallire, il tecnico si riappropria del suo ruolo diagnostico di perito.